venerdì 11 novembre 2016

Recensione: Madame Bovary di Gustave Flaubert

Titolo: Madame Bovary
Autore: Gustave Flaubert
Traduttore: Roberto Carifi
Casa editrice: Feltrinelli
Numero di pagine: 325
Formato: Cartaceo

Tutto in Madame Bovary (1857) sembra disporre la scena dove il desiderio ha luogo insieme all'abisso che lo cancella. Emma Bovary ama come si divora, ama in una tragica voracità che somiglia a quella di un organismo incapace di assimilare, consuma se stessa e l'oggetto del suo desiderio in un tragico processo di alienazione amorosa, aiutata anche dal marito, Charles, che è tutt'altro che un uomo tranquillo e innocuo, ma un masochista morale di alto lignaggio che, con un sadismo perfettamente camuffato, contribuisce in maniera determinante al suicidio della moglie.

Recensire un classico in maniera negativa è difficile. Da una parte c'è che io non amo scrivere recensioni negative in generale; dall'altra sono sicura di essere io ad aver letto il libro in un periodo sbagliato e a non averne colto il messaggio. Fatto sta che sono qui e che ciò che ho da dire non è catastrofico ma neanche entusiasta.
Madame Bovary è uno di quei romanzi che hanno fatto la storia della letteratura. Pubblicato nel 1857, ancora oggi la sua protagonista si attira odi invincibili e simpatie. Io, che ogni volta devo fare la diversa, mi colloco un po' nel mezzo. Credo che sia inevitabile sentirsi urtati dall'egoismo profondo di Emma Bovary. Credo però anche che ogni lettore possa, almeno in parte, ritrovarsi in lei. L'influenza di questa figura sull'immaginario comune è diventata talmente forte e reale che da essa è scaturita una corrente di pensiero detta bovarismo. Il bovarismo altro non è che una costante insoddisfazione, un pungolo tormentoso cui fuga ma anche alimento è la lettura - vista come fuga dalla realtà. Lo stacco, però, tra realtà immaginaria e realtà concreta genera un'insoddisfazione ancor più accesa, in un circolo vizioso che si richiude costantemente su sè stesso.
Emma Bovary, dunque, è soprattutto un'inquieta. Una giovane donna piuttosto bella, piuttosto istruita; convinta che la felicità, quella di cui legge nei libri, sia sempre appena un passo più in là. E se, e se... L'esistenza di Emma è racchiusa nel tormento della certezza: il sapere - o così crede lei - che la felicità esiste ma non avere gli strumenti per afferrarla. Strumenti che per Emma sono puramente materiali: la nobiltà di sangue, il vivere nella capitale, il denaro. Di volta in volta fantastica di qualcosa di diverso, incapace di capire che ciò di cui legge non potrà mai avere riscontro nella realtà. 
Il motivo per cui non ho amato Emma è che è un personaggio estremamente egoista ed individualista. Sempre concentrata su sè stessa, sacrificherebbe tutto e tutti nella sua furiosa ricerca di una quiete che il suo animo tumultuoso non le concede.
Il motivo per cui non l'ho odiata è perchè quel sentimento di irrequietezza, quel bovarismo, mi è fin troppo vicino e familiare e purtroppo io stessa ho dovuto farci spesso i conti. Emma è un'infelice e affronta la vita con voracità, quasi con ferocia. Non riesce a venire a patti con lo spleen dell'animo, non riesce a capire che l'unica arma contro quell'oppressione è solo in noi stessi, certo non negli altri o nella materialità. Per lei è semplice incolpare di quest'angoscia onnipresente il marito, i vicini, la sua condizione. Crede che l'amore - l'amore dei libri, quello fatto di bellezza e ideale - possa riscattare un'esistenza per lei non stimolante, per lei noiosa. La ricerca la porterà alla perdizione, allo squallore, alla morte.
L'altro protagonista del romanzo è Charles Bovary, marito di Emma. Lui è completamente opposto alla consorte e credo che potremmo definirlo l'Ignavo per eccellenza, con quella sua grettezza, quell'amore insopportabile, quella cecità ipocrita. Sebbene io non approvi il tradimento (è per me un argomento delicato), come potrebbe una donna inquieta come Emma accontentarsi di un fantoccio simile, con cui non ha assolutamente nulla in comune?
Uno dei temi secondo me presenti (anche se non il maggiore) è la condizione della donna nella Francia di quei tempi, tema che inevitabilmente traspare dalla lettura del romanzo. Emma, con tutti i suoi difetti, è una donna dal temperamento "artistico", che desidera vedere posti nuovi, sperimentare nuove emozioni. In quanto donna, il culmine della sua vita è rappresentato dal matrimonio e dalla maternità. Non credo sia un caso che, saputo di aver dato alla luce una bambina, Emma svenga. C'è però da dire che questo argomento è meno centrale e che è stato affrontato cento volte meglio da un altro capolavoro della letteratura, solo di qualche decennio più tardo: Anna Karenina di Lev Tolstoj.
In realtà leggendo Madame Bovary ho avuto l'impressione che Emma e Charles fossero una sorta di parodizzazione della loro stessa classe sociale, la borghesia. E così i tentativi di Emma di rendersi meno provinciale sembrano i tentativi della borghesia tutta di elevarsi - senza riuscirci - al livello dell'aristocrazia. Aristocrazia che rimane sempre un lontano sogno durato una notte e un ballo e incarnato dal Visconte, vero fil rouge del libro, che compare all'inizio e di nuovo alla fine, come un sogno evanescente.
La prosa di Flaubert è meravigliosa. La sua scrittura è fluida ed elegante e le descrizioni sono vivide e ricche di dettagli; i personaggi che delinea sono grotteschi nel loro essere insignificanti e giganteschi a un tempo, nel loro essere comici e terribili insieme.
Il problema del romanzo è stato che, nonostante tutte le mie buone intenzioni, non mi ha preso. Non mi è entrato sotto pelle, non mi ha fatta immedesimare coi personaggi. Ogni cosa mi è rimasta distante, comprensibile solo a metà. Spero di poterlo rivalutare, in futuro, e di farmi catturare dalla storia triste e crudele del signor Bovary e consorte.

Virginia

20 commenti:

  1. Bellissima recensione Virgi! Io l'ho letto alle superiori e forse perché lo studiavo analizzandolo l'ho apprezzato di più. E' vero che Emma è un personaggio con cui è quasi impossibile entrare in empatia, però è fedele a se stessa dall'inizio alla fine, è una cosa che ho apprezzato molto.

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    1. Grazie:) In effetti forse leggerlo con una contestualizzazione aiuta, ma non credo che comunque per me sarebbe cambiato più di tanto. Spero di poterlo rileggere e apprezzare in futuro, comunque:)

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  2. Bella recensione, come sempre. Mai letto questo libro, o meglio anni fa lo avevo iniziato e poi abbandonato quindi forse non convinceva nemmeno me!

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    1. Grazie! Si vede che non ti aveva lasciato emozioni troppo positivexD

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  3. Io questo libro l'ho odiato con tutta l'anima quanto l'ho letto :/

    Bella recensione come sempre :)

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    1. Grazie:)
      Io non così tanto, ma non posso certo dire di averlo particolarmente amatoxD

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  4. Ciao cara Virginia. Come ti avevo preannunciato sapevo che leggere la tua recensione mi avrebbe fatto fare un tuffo nel tempo e riportato indietro. Hai fatto un'analisi davvero accuratissima e solo alla fine hai chiaramente espresso il fatto che non ti abbia preso. Anche a me Emma non piacque per quel carattere tutto basato su se stessa e per quella visione della vita che mi sembrava in fin dei conti chiusa, nel senso che la misura di tutte le cose era lei stessa. Charles, impossibile da apprezzare un uomo del genere. Forse l'unica cosa che si salva, è quel senso di inquietudine del suo personaggio, di irrequietezza che hai estrapolato anche tu. Ma ora che mi ci hai fatto ripensare con chiarezza attraverso le tue parole, non mi ha lasciato molto questa lettura ormai lontana ed è evidente il perchè, a differenza ad esempio di altri romanzi, pur letti anni e anni fa, come I fratelli Karamazov che ho amato e adoro ancora.
    Un abbraccio! <3

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    1. Ciao Antonietta:) Ti ringrazio, sono felice di sapere di aver detto cose sensatexD Mi piace la tua definizione di Emma ("la misura di tutte le cose era lei stessa"), credo che le si adatti molto.
      Chi lo sa, magari non mi ha fatta impazzire ma mi lascerà qualcosa. Sicuramente il cosiddetto "bovarismo" mi ha colpita e coinvolta. Il futuro dirà il resto.
      Un abbraccio anche a te:)

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  5. Emma Bovary è uno dei personaggi che ho odiato di più in assoluto nella mia carriera di lettrice: egoista, come dici tu, ma, soprattutto, troppo incline all'autocommiserazione. Pessimo anche il contorno dei personaggi, a mio avviso, cominciando dai suoi amanti e dalle false lacrime che versano sulle lettere. Insomma, quando lessi questo romanzo ne rimasi fortemente delusa, specialmente perché, essendo allora reduce da Anna Karenina, che mi aveva affascinata tantissimo, non potevo che fare continui confronti a favore dell'opera di Leo, alle sue sfumature e alla sua complessità.

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    1. Non sei l'unica, non si può dire che Emma sia un personaggio molto amato, anzixD A maggior ragione, poi, se avevi letto Anna Karenina! Tutt'altro personaggio e, a mio parere, tutt'altro libro!

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  6. Ciao Virginia :-* Non ho mai letto Madame Bovary, ma credo lo farò presto perché l'irrequietezza di Emma è stata ed è anche un po' la mia.. E quindi chissà se entrerò in empatia con il personaggio o meno, mi incuriosisce questo più di tutto il resto :)
    Splendida recensione come sempre ^_^
    Un abbraccio :-*

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    1. Ciao Maria! Non so quanta empatia potresti sviluppare con Emma, è un personaggio notoriamente indigesto ai lettorixD In ogni caso, poi fammi sapere che ne pensi, se lo leggi:)

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  7. Ciao, mi dispiace che questa lettura non ti abbia coinvolto, ma con i classici ci sta, ne sentiamo parlare talmente tanto che ci facciamo un'idea tutta nostra del personaggio che quando poi andiamo a leggere veramente la sua storia corriamo il rischio di rimanerne delusi! Visto che hai letto Madame Bovary mi sento di consigliarti la lettura di "Amiche di penna". E' un romanzo epistolare tra la Bovary e la karenina, non è nulla di noioso anzi è una piacevole lettura!

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    1. Ciao:) In effetti è dispiaciuto anche a me, perchè di solito amo i classici, ma stavolta mi è andata male. Peccato, sarà per un'altra volta. Interessante il libro che mi hai consigliato, andrò certamente a darci un'occhiata:)

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  8. Condivido le tue stesse opinioni sia sul personaggio di Emma che sul romanzo. E' strano perché, almeno per quanto mi riguarda, quando leggi un classico di aspetti sempre di amarlo, o almeno che ti lasci qualcosa, invece il problema di madame Bovary è che alla fine non mi ha lasciato proprio niente, né in positivo né in negativo.

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    1. Guarda, la cosa mi rode ancora! Spero di poterlo riprendere, un giorno, e di darne un'altra opinione, molto più positiva. Ora come ora, purtroppo, non mi ha lasciato nulla di particolare.

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  9. Sono contenta di essere passata e di aver letto una recensione davvero interessante. Ho letto il libro diversi anni fa e ricordo che nonostante la naturale antipatia per la protagonista, la prosa di Flaubert mi aveva conquistata.

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    1. Ciao Beth, benvenuta sul blog e grazie per il complimento:) Sono felice che la recensione ti abbia interessata! Anche nel mio caso, non posso dire di essere stata immune alla prosa di Flaubert:)

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  10. Bellissima recensione. Ho letto questo libro qualche mese fa, spinta da non so quale curiosità. Devo dire che mi aspettavo il personaggio di Emma molto diverso, concordo pienamente con il tuo giudizio. Eppure, nonostante sia un personaggio egoista e assolutamente autocommiserativo (pure un po' troppo melodrammatica) devo dire che non sono riuscita a non apprezzarla. Forse proprio per questa sua indole irrequieta e un po' ribelle, non so. Alla fine a me il romanzo è piaciuto, probabilmente anche grazie alla straordinaria prosa di Flaubert.

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    1. Ciao Viola, benvenuta sul blog:)
      Capisco che ti abbia colpita (e non necessariamente in negativo), perchè credo che ci sia un po' di Emma Bovary in ognuno di noi. Speriamo che non ci conduca alla stessa fine, peròxD
      Si, concordo: la scrittura di Flaubert è proprio straordinaria!

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