mercoledì 27 luglio 2016

W... W... W... Wednesday#1



Immagine trovata su Google e NON creata da me!

Questo post è un esperimento. Da una parte voglio vedere se si pubblicherà magicamente nella data impostata (mercoledì 27/7), dall'altra voglio un po' variare il blog e renderlo un po' più dinamico con nuove rubriche, rapide da preparare ma molto carine (almeno secondo me:)).

Questa in particolare, diffusissima sul web, è stata creata dal blog Should Be Reading e consiste nel rispondere a tre semplici domande:

What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)

What did you recently finish reading? (Quale libro hai appena finito di leggere?)

What do you think you'll read next? (Qual è il prossimo libro che pensi di leggere?)

Eccovi le mie risposte, è scontato che avrò grande piacere nel sapere le vostre, quindi scrivetele pure nei commenti o, in alternativa, linkatemi il vostro blog, se tenete la rubrica:)

WHAT ARE YOU CURRENTLY READING?


Appena mette piede nella sua stanza d’albergo sulla Costa Brava, il giovane Udo Berger ottiene, dopo molte insistenze, che gli venga portato un grande tavolo, sul quale piazza il wargame di cui è campione assoluto e di cui intende elaborare nuove e più audaci strategie: il Terzo Reich. L’atmosfera è delle più beatamente, ottusamente balneari. Eppure, quasi subito, sentiamo che non tutto è luce, e che nell’ombra sono in agguato fantasmi inquietanti. Né ci vorrà molto perché la liscia superficie della routine vacanziera si incrini: e dalle fenditure vedremo apparire qualcosa in cui non potremo che riconoscere il Male. A mano a mano che l’estate si spegnerà, l’albergo, svuotandosi, assomiglierà pericolosamente a quello di Shining – mentre noi, insieme a Udo (sempre più ossessionato dal suo gioco, e risoluto a trovare il modo di portare alla vittoria l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale), cominceremo a interrogarci sugli eventi ominosi a cui andiamo assistendo. A chiederci, per esempio, che cosa abbia davvero in mente Frau Else, l’affascinante ed enigmatica proprietaria dell’albergo, o perché il Bruciato, l’uomo dal corpo e il volto coperti di cicatrici ripugnanti che vive sulla spiaggia, abbia ingaggiato contro Udo una lunghissima partita di Terzo Reich – una partita che sembra trasformarsi, a poco a poco, in una cruenta, allucinata «lotta per la vita e per la morte». Ma soprattutto ci chiederemo per quali tortuose vie quel che avviene nel gioco influenzi gli avvenimenti del mondo reale – o non è piuttosto il contrario? Pubblicato a sette anni dalla morte dell’autore, questo romanzo del primo Bolaño rivela già tutta la forza e la sapienza della sua scrittura, la sua capacità di evocare atmosfere di sorda, velenosa minaccia.

Finalmente sono riuscita ad approcciarmi a questo autore. Sono ormai oltre la metà e questo libro e spero di potervi lasciare presto la mia opinione!

WHAT DID YOU RECENTLY FINISH READING?


Il professore è il primo romanzo scritto da Charlotte Brontë. Inizialmente rifiutato dagli editori perché giudicato troppo realistico, fu pubblicato solo nel 1857, due anni dopo la morte dell’autrice. Il protagonista è William Crimsworth, primo e unico narratore maschile da lei utilizzato, il quale racconta in prima persona la sua storia: uomo sensibile e colto, fugge da un lavoro pesante e competitivo nella zona industriale dello Yorkshire e si trasferisce in Belgio per insegnare presso un istituto femminile. Qui conosce Frances Henri, studentessa indigente e particolarmente dotata della quale poco alla volta si innamora, corrisposto. Ma la coppia non avrà vita facile: saranno infatti molte le avversità che i due dovranno affrontare – a cominciare dall’aperta ostilità dell’astuta direttrice della scuola – prima di riuscire a coronare il loro amore.

Come VilletteIl professore prende spunto dall’esperienza personale della Brontë, che nel 1842, quando studiava il francese a Bruxelles, si innamorò del suo insegnante, Monsieur Héger (una relazione che non ebbe però un lieto fine). Lettura trascinante, il romanzo formula un’estetica nuova, mettendo in discussione molti dei presupposti su cui era basata la società vittoriana e rivelandosi come precursore dei lavori più maturi dell’autrice: l’approfondimento psicologico dei personaggi e la vivacità descrittiva degli ambienti in cui si muovono sono chiaramente riconducibili al genio di Charlotte Brontë.


Con questo libro ho finito la bibliografia delle sorelle Bronte (sigh!) e l'ho recensito qui

WHAT DO YOU THINK YOU'LL READ NEXT?


«Città amara è il rovescio del sogno americano», scrive Joyce Carol Oates. È proprio al sogno di fama e ricchezza, però, che guardano Ernie Munger, giovane pugile di deboli ma ancora non sopite speranze, e Billy Tully, duramente provato dalle delusioni subite dentro e fuori dal ring. Entrambi vivono nella piccola città di Stockton, in California, frequentano la stessa palestra e sperano di poter prima o poi conquistare un posto al sole nel circuito dei professionisti. Ernie e Billy si conoscono appena ma le loro vite, come quelle di molti altri del giro, procedono inciampando negli stessi passi falsi, tra amori sfortunati, lavoretti precari e sbornie colossali consumate in squallidi bar.
Con uno stile asciutto e privo di sentimentalismi, Leonard Gardner tratteggia mirabilmente il lato oscuro della boxe, popolato da quei proletari dei guantoni che si muovono nelle pieghe di un’America opulenta e vincente, troppo spesso dimentica di quanti non ce la fanno e restano indietro.
Città amara, un classico della letteratura sulla boxe, è stato pubblicato nel 1969 e successivamente è divenuto un film di culto diretto da John Huston.

«Un perfetto concentrato di storia americana. Indimenticabile»
Joyce Carol Oates 
«Gardner ha ridato dignità a un mondo raramente esplorato con tale poesia e padronanza».
«New York Times Book Review»
Ragazzi, questo libro mi ispira dalla pubblicazione, non vedo l'ora di leggerlo! E poi, diciamocelo, vorrei almeno provare a rientrare nei tempi bibliotecari e a non fare la buzzurra come mio solitoxD
Con questo ho finito. Condividete pure con me le vostre risposte e i vostri blog, se tutto va bene vi riaggiornerò con le mie letture la settimana prossima e dita incrociate per la pubblicazione programmata!

Virginia










venerdì 22 luglio 2016

Recensione: Il professore di Charlotte Bronte

Titolo: Il professore
Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Fazi
Numero di pagine: 298
Formato: Cartaceo
Il professore è il primo romanzo scritto da Charlotte Brontë. Inizialmente rifiutato dagli editori perché giudicato troppo realistico, fu pubblicato solo nel 1857, due anni dopo la morte dell’autrice. Il protagonista è William Crimsworth, primo e unico narratore maschile da lei utilizzato, il quale racconta in prima persona la sua storia: uomo sensibile e colto, fugge da un lavoro pesante e competitivo nella zona industriale dello Yorkshire e si trasferisce in Belgio per insegnare presso un istituto femminile. Qui conosce Frances Henri, studentessa indigente e particolarmente dotata della quale poco alla volta si innamora, corrisposto. Ma la coppia non avrà vita facile: saranno infatti molte le avversità che i due dovranno affrontare – a cominciare dall’aperta ostilità dell’astuta direttrice della scuola – prima di riuscire a coronare il loro amore.
Come VilletteIl professore prende spunto dall’esperienza personale della Brontë, che nel 1842, quando studiava il francese a Bruxelles, si innamorò del suo insegnante, Monsieur Héger (una relazione che non ebbe però un lieto fine). Lettura trascinante, il romanzo formula un’estetica nuova, mettendo in discussione molti dei presupposti su cui era basata la società vittoriana e rivelandosi come precursore dei lavori più maturi dell’autrice: l’approfondimento psicologico dei personaggi e la vivacità descrittiva degli ambienti in cui si muovono sono chiaramente riconducibili al genio di Charlotte Brontë.


Ed eccomi qui, a recensire questo romanzo che chiude un pezzo di vita. La mia, per inciso. Dall'età di 11 anni leggo di Charlotte e delle sue sorelle. Piano piano, alternando letture e riletture, ho letto ogni cosa scritta da queste strabilianti sorelle, fino ad ora. Il professore è l'ultima opera delle Bronte che mi mancava da leggere, e ora l'ho letta.
Considerato all'unanimità il romanzo peggiore di Charlotte, è anche quello che lei reputava il più realistico, il primo proposto a un editore, il primo che lei ritenesse degno di raggiungere il grande pubblico. Mi sono accostata a questo libro in punta di piedi, emozionata e timorosa a un tempo. Timorosa, perchè avevo paura che non mi piacesse; emozionata perchè è pur sempre un libro scritto da Charlotte Bronte.
La lettura ha confermato quelli che erano stati i miei pronostici.
Il professore è senz'altro il romanzo meno d'impatto di Charlotte. Sicuramente il più realistico, reca forte in sè l'impronta della scrittrice. Virginia Woolf aveva accusato Charlotte di "rovinare" le sue opere inserendovi troppo di sè, dei suoi rancori e delle sue passioni, senza riuscire a mantenere il giusto distacco. Quello che per Virginia Woolf era un difetto, per me è un pregio. La personalità di Charlotte, così originale e interessante, scorre tra le pagine, rendendo anche un libretto non particolarmente interessante degno d'attenzione. Questo romanzo ha in sè i semi dei temi più cari a Charlotte, quelli che affronterà con più maturità e abilità nei suoi altri romanzi.
Il protagonista, William Crimsworth, narra in prima persona gli eventi, classificandosi come unico narratore maschile di Charlotte. Come protagonista è assolutamente detestabile. Charlotte riunisce in lui quelli che ritiene i migliori attributi maschili, riuscendo a creare un manichino che rimane narrativamente immobile per tutto il romanzo, che non muta e non cambia. La sua controparte femminile, Frances Henri, ha lo stesso difetto: Charlotte cerca di renderla una versione cartacea di sè stessa, aggiungendovi alcune delle caratteristiche femminili che lei, immagino, considerava imprescindibili, cercando di creare qualcosa di perfetto e trovandosi tra le mani una macchietta. La storia è molto piana, non presenta eventi di particolare interesse, ma lo stile di Charlotte lo fa scorrere abbastanza bene.
Perchè allora leggere questo libro?
Non consiglierei a nessuno di accostarsi a Charlotte Bronte con questo romanzo. L'ho trovato infatti interessante più perchè mi ha concesso di avvicinarmi ancora di più a Charlotte come persona che non per il suo effettivo valore letterario.  
Quella che ci viene raccontata, infatti, è una storia che aderisce molto alla realtà e che, da un certo punto in poi, diventa lo specchio dei desideri della scrittrice. Non si può leggere Il professore senza sapere prima che Charlotte (con la sorella Emily) visse effettivamente a Bruxelles per un periodo, come studentessa nel pensionato dei coniugi Hegèr. Charlotte, però, si innamorò di Monsieur Hegèr e dovette lasciare il pensionato e tornare in Inghilterra. Questa esperienza - da me sintetizzata il più possibile - la segnò moltissimo e segnò tutta la sua produzione futura. I giudizi sui belgi sono infatti impietosi e la moglie di Hegèr verrà reincarnata prima in M.lle Reuter - nel Professore - e poi in Madame Beck, nel meraviglioso Villette. Entrambe queste donne, piacenti e scaltre, cercheranno di impedire il coronamento amoroso dei protagonisti; sia Frances Henri che Lucy Snowe sono alter ego di Charlotte, molto simili fisicamente e caratterialmente. Se però Frances è, come dicevo prima, una macchietta, Lucy è uno dei personaggi femminili più belli e tristi della letteratura. 
Il professore, però, a un certo punto si distacca dalla realtà e ci consente di spiare il futuro sognato da Charlotte. Non vi svelerò di cosa si tratti - e comunque, chi conosce Charlotte potrà immaginarlo. Questo libro è imperdibile per il semplice fatto che costituisce l'ultimo tassello per chiudere un quadro, quello di una scrittrice e di una donna. Non è un grande romanzo, ma è sicuramente l'impronta di una grande scrittrice.

Virginia



martedì 19 luglio 2016

Di sconti, biblioteche e buoni propositi per il futuro

Non c'è nulla da fare. Nonostante tutti gli impegni e i problemi, i libri continuano a rimanere il fulcro delle mie giornate - o, quantomeno, la parte più piacevole. Il che non implica solo la lettura, ma anche il tempo passato a contemplare con occhi sognanti la mia libreria, quello che spendo sui vari blog (e sul mio), quello investito nel procurarmi nuovo materiale per la mia ossessione. Dopo un nuovo, cospicuo ingresso in libreria, per quietare i sensi di colpa, stilo liste di lettura, e speriamo di mantenerle! In questo caso, ho deciso di condividere con voi il frutto del mio passaggio in biblioteca, degli sconti sugli eBook di oggi e la lista di lettura per questa estate 2016 (ce la posso fare prima del mio compleanno, quando pioveranno libri ovunque - o almeno, lo spero:)).

Ecco i risultati della mia incursione in biblioteca, innanzitutto:


«Città amara è il rovescio del sogno americano», scrive Joyce Carol Oates. È proprio al sogno di fama e ricchezza, però, che guardano Ernie Munger, giovane pugile di deboli ma ancora non sopite speranze, e Billy Tully, duramente provato dalle delusioni subite dentro e fuori dal ring. Entrambi vivono nella piccola città di Stockton, in California, frequentano la stessa palestra e sperano di poter prima o poi conquistare un posto al sole nel circuito dei professionisti. Ernie e Billy si conoscono appena ma le loro vite, come quelle di molti altri del giro, procedono inciampando negli stessi passi falsi, tra amori sfortunati, lavoretti precari e sbornie colossali consumate in squallidi bar.
Con uno stile asciutto e privo di sentimentalismi, Leonard Gardner tratteggia mirabilmente il lato oscuro della boxe, popolato da quei proletari dei guantoni che si muovono nelle pieghe di un’America opulenta e vincente, troppo spesso dimentica di quanti non ce la fanno e restano indietro.
Città amara, un classico della letteratura sulla boxe, è stato pubblicato nel 1969 e successivamente è divenuto un film di culto diretto da John Huston.
«Un perfetto concentrato di storia americana. Indimenticabile»
Joyce Carol Oates 
«Gardner ha ridato dignità a un mondo raramente esplorato con tale poesia e padronanza».
«New York Times Book Review»


Appena mette piede nella sua stanza d’albergo sulla Costa Brava, il giovane Udo Berger ottiene, dopo molte insistenze, che gli venga portato un grande tavolo, sul quale piazza il wargame di cui è campione assoluto e di cui intende elaborare nuove e più audaci strategie: il Terzo Reich. L’atmosfera è delle più beatamente, ottusamente balneari. Eppure, quasi subito, sentiamo che non tutto è luce, e che nell’ombra sono in agguato fantasmi inquietanti. Né ci vorrà molto perché la liscia superficie della routine vacanziera si incrini: e dalle fenditure vedremo apparire qualcosa in cui non potremo che riconoscere il Male. A mano a mano che l’estate si spegnerà, l’albergo, svuotandosi, assomiglierà pericolosamente a quello di Shining – mentre noi, insieme a Udo (sempre più ossessionato dal suo gioco, e risoluto a trovare il modo di portare alla vittoria l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale), cominceremo a interrogarci sugli eventi ominosi a cui andiamo assistendo. A chiederci, per esempio, che cosa abbia davvero in mente Frau Else, l’affascinante ed enigmatica proprietaria dell’albergo, o perché il Bruciato, l’uomo dal corpo e il volto coperti di cicatrici ripugnanti che vive sulla spiaggia, abbia ingaggiato contro Udo una lunghissima partita di Terzo Reich – una partita che sembra trasformarsi, a poco a poco, in una cruenta, allucinata «lotta per la vita e per la morte». Ma soprattutto ci chiederemo per quali tortuose vie quel che avviene nel gioco influenzi gli avvenimenti del mondo reale – o non è piuttosto il contrario? Pubblicato a sette anni dalla morte dell’autore, questo romanzo del primo Bolaño rivela già tutta la forza e la sapienza della sua scrittura, la sua capacità di evocare atmosfere di sorda, velenosa minaccia.

La Seconda guerra mondiale è finita da poco e - per chi è giovane e intraprendente come Anne, Neely e Jennifer - New York rappresenta il Grande Sogno. Le tre ragazze, che arrivano dalla provincia americana, approdano a Manhattan per cercare fortuna. E, a loro modo, la trovano: una recita nei musical di Broadway, un'altra lavora nella pubblicità, la terza riesce a sposare un attore-cantante famoso. Poco per volta, però, la buona sorte le abbandona. E allora, per tirare avanti, l'unica consolazione restano le "bambole" ovvero, nel gergo di quegli anni, le pasticche che servono a trovare un po' di pace o di eccitazione. Finché anche quelle non si trasformano in uno strumento di autodistruzione. Pubblicato nel 1966, La valle delle bambole di Jacqueline Susann fu uno dei più clamorosi casi editoriali della letteratura americana, arrivando a vendere nel mondo oltre 30 milioni di copie (come Via col vento). Al grande successo contribuiva l'aura scandalosa di una prosa che metteva in scena, con linguaggio schietto, storie d'amore e di sesso, ma che, soprattutto, intercettava i cambiamenti nei costumi di massa. L'autrice era un'esordiente non più giovanissima, eppure incantava poiché riusciva a toccare, con voce autentica e senza autocensure, i temi brucianti della vita delle donne: il piacere, il lavoro, l'amore, il matrimonio. Non è dunque strano che oggi figure influenti come Gloria Steinem e Lena Dunham abbiano incoronato il libro di Jacqueline Susann come un classico della cultura pop. Un classico che oggi, a cinquant'anni di distanza, ha ancora molto da dire.

Città amara mi ispira dal momento della pubblicazione ma, fra una cosa e l'altra, non l'ho mai comprato. Appena l'ho visto in biblioteca, ho capito che dovevo cogliere l'attimo. E così è successo quando ho visto La valle delle bambole, recensito giusto ieri sul bellissimo blog L'amica dei libri di Antonietta. Infine, ho scoperto che in questa biblioteca hanno un bel po' di libri di Bolano, autore che mi incuriosisce da un po' ma che mi fa anche paura. Così mi sono risparmiata 20 euro di spesa, quindi sono senz'altro soddisfatta:)
Oggi, però, è anche giornata di sconti. Gli eBook di alcune case editrici sono disponibili, solo per oggi, a 1,99 euro. Ne ho dunque approfittato, acquistando:

Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell’anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l’inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c’è Rider Stark, l’unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d’un tempo… un eroe per di più molto affascinante. Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza. Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?



A ottant'anni dalla sua pubblicazione e a cinquanta dalla morte del suo autore, Viaggio al termine della notte si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell'uomo così com'è. L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo, nel panorama francese ed europeo, è stato poi il suo modo insieme realistico e visionario, sofisticato e plebeo con cui Céline ha sputo trasfigurare questa materia incandescente. Per lui, in principio, è l'emozione, il sentimento della vita: di qui l'invenzione di un linguaggio che ha tutta l'immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un'opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo. Oggi il Viaggio, nella classica traduzione di Ernesto Ferrero, scrittore particolarmente attento al «colore» dei linguaggi, si offre a nuove generazioni di lettori con l'intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità.



La Chiamata del Destino, La Trilogia, contiene i tre volumi dell'omonima serie: La Nemesi dei Mondi, L'Ombra della Morte e Il Ritorno del Cavaliere Arcano, nella loro seconda edizione, ampliata, riveduta e corretta. 

La Nemesi dei Mondi 
Dopo un lungo periodo di guerre e di carestie, la pace è finalmente tornata nei Regni delle Terre Centrali. In seguito alla sconfitta del loro Re, i demoni e i sanguemisto si sono ritirati nelle Wastelands, sotto la guida della loro Regina e dei figli del loro defunto sovrano. Gli Umani e gli Elfi vivono tranquilli, cercando di ricostruire quanto perduto, ignari che la minaccia più grande che abbia mai gravato su di loro, un male ben diverso da quello che hanno sempre conosciuto, attende pazientemente il momento opportuno per fare la sua mossa. Cinque ragazzi, divisi dalla razza, ma uniti dal destino, si vedranno costretti ad affrontare un'ardua impresa. Per cercare di riuscire a compiere la loro missione, dovranno capire ed accettare il significato dell'amicizia, del dolore, e del sacrificio, ma sarà sufficiente? 

L'Ombra della Morte (Contiene Spoiler) 
Venti anni sono ormai trascorsi da quando cinque giovani e sconosciuti eroi hanno liberato la loro terra dalla minaccia della Nemesi dei Mondi. La pace sembra ora una solida realtà nei Regni delle Terre Centrali, e in tutta la penisola di Talya, ma la storia ci insegna che i periodi di pace sono sempre alternati da periodi di guerra, che c'è sempre un male in agguato, pronto a movimentare le esistenze dei giusti. 
Se questo male fosse solo una vacua ombra, intangibile ed effimera, potrebbe mai nuocere agli uomini? Ma se non si trattasse di una semplice ombra, se fosse invece l’ombra di un Dio oscuro e vendicativo, se fosse: L’Ombra della Morte! 
Due orfani allevati da un sacerdote in un piccolo villaggio, un ragazzo di strada che pensa solo al proprio tornaconto, un mago indolente e pauroso e un guerriero del nord dal misterioso passato, potranno mai riuscire a fermare un male simile? 

Il Ritorno del Cavaliere Arcano (Contiene Spoiler) 
Quanto potrebbe resistere un uomo, se il destino decidesse di privarlo delle persone più care che ha al mondo? Ma se ancora non bastasse, e il fato lo privasse persino del suo unico figlio, appena ritrovato? Per il Cavaliere Arcano, Antares Morningstar, è giunto il momento di dire basta! È ora di tornare allo scoperto, con il suo vero nome. Di ritrovare i suoi compagni di un tempo, che lo credevano morto venti anni or sono, e intraprendere con loro la missione più ardua e impossibile, che abbiano mai deciso di affrontare! 


La Lynn fa parte di quella rosa di autrici che amo e che leggo sempre (ma è un po' costosaxD). Il libro di Celine mi faceva gola da un po' e il prezzo di oggi era particolarmente vantaggioso. Per quanto riguarda Simone Lari, autore self fantasy, in questo periodo sta mettendo tutte le sue saghe in offerta - leggere GRATIS - su Amazon, una per volta. Io ne sto solo approfittando;)
Come potete vedere, quello di oggi è un bottino di cui andare decisamente fieri:) E in cosa consistono i buoni propositi menzionati nel titolo? Semplicemente nel leggere tutto, magari non in tempi biblici come mio solito!
Queste sono le mie recentissime new entry. Spero di riuscire a postare presto una recensione - a dire il vero, quella di Manituana dei Wu Ming aspetta solo di essere postata - nel mentre vi saluto tutti, ci vediamo alla prossima!

Virginia









giovedì 14 luglio 2016

Recensione: Night School Saga di C.J. Daugherty

Titolo: Night School Saga
Autore: C.J. Daugherty
Casa editrice: Newton Compton
Numero di pagine: 1054
Formato: Digitale



l segreto del bosco - Il segreto della notte - Il segreto dell’alba - Il segreto del silenzio
4 romanzi in 1

Benvenuti nella scuola dove ogni giorno accade l’impossibile: segreti, tradimenti, misteri, amori e bugie in una saga elettrizzante. 


Allie Sheridan è a pezzi. Va male a scuola, il fratello è scappato di casa ed è appena stata arrestata per l’ennesima volta. Anche i genitori ne hanno abbastanza e per allontanarla dalle amicizie pericolose e metterla in riga una volta per tutte, hanno deciso di iscriverla a un collegio per ragazzi difficili, la Cimmeria Academy. Di giorno è una scuola severissima: vige un regolamento molto rigido, sono banditi cellulari, televisione e computer e qualsiasi accenno di insubordinazione è punito. Ma di notte il collegio si anima e apre le sue porte alla Night School, una vera e propria società segreta. Qui Allie conosce Carter, un ragazzo affascinante ma dalla pessima reputazione, la fragile Jo, destinata a diventare la sua migliore amica, e Sylvain, un inquietante ragazzo francese a cui nessuno riesce a dire di no. Ma la Cimmeria Academy non è il paradiso che sembra: oscurità e mistero ancora aleggiano tra antichi corridoi e un grave pericolo minaccia studenti e insegnanti…

A volte capita di trovarsi in situazioni di grande stress psicologico, di essere lontani da tutto ciò che è familiare e confortante. In queste circostanze, i libri sono stati il mio salvagente. Ma non i libri impegnati: niente classici, niente narrativa pregna di significato, niente fantasy complessi. A salvarmi dallo stress e ad alleggerirmi un po' l'animo, ci pensano sempre queste saghe YA piene di clichè e trame da strapparsi i capelli, che hanno però il pregio di essere incredibilmente scorrevoli e, in genere, piuttosto avvincenti. Questo è stato anche il caso della Night School Saga, il volumone contenente 4 romanzi, pagato la bellezza di 0,99 euro. La Newton non ci proporrà libri di qualità eccelsa, ma ci propone senz'altro prodotti economici e di puro svago. Senza infamia nè lode, insomma.

Allie Sheridan, ribelle sedicenne inglese che imbratta di graffiti le scuole nottetempo, finisce nei guai una volta di troppo e i genitori, stanchi di essere contattati dalla polizia,. decidono di mandare Allie alla Cimmeria. La Cimmeria è una scuola particolarissima: antichissima ed elegante magione, oltre alle consuete materie di studio offre tutto un corredo di misteri e segreti che noi lettori, sulle tracce di Allie, siamo fin troppo felici di svelare.
Parto dicendo che questa saga è piena di difetti. Leggendo, ho storto innumerevoli volte il naso, mi sono irritata, mi sono anche un po' divertita alle spalle dell'autrice (possibile che creda anche solo POSSIBILI certe cose?). Il fine ultimo della lettura, però, era intrattenermi e devo dire che è andata così. Nonostante la perpetua incredulità, mi sono riuscita ad appassionare alla storia abbastanza da lasciarmi il mondo alle spalle e addentrarmi nei segreti della Cimmeria e della Night School.
I personaggi sono tutto meno che credibili. Allie ha il suo bravo trauma nel passato (ormai è una moda) e reagisce esattamente come da manuale - facendo i capricci. Abbiamo anche qui l'onnipresente triangolo, con la gentile partecipazione di Carter West e Sylvain Cassel, i due ragazzi più belli e sfuggenti della Cimmeria che, tempo uno sguardo, si sono già innamorati perdutamente di Allie. Inaspettatamente, però, il triangolo non mi ha infastidita come avrebbe fatto anni fa. Credo che il motivo sia che già non mi aspettavo un libro di grande qualità, quindi non ho avuto particolari sorprese.
Neanche Sylvain e Carter si sono dimostrati particolarmente interessanti. A parte l'innamoramento lampo, non hanno abilità speciali, e qui forse sono rimasta un po' delusa. Ammetto che non avrei schifato un po' di paranormale, ma la Daugherty ha deciso di dare alla storia un'altra impronta. 
Nonchè di tirarle per le lunghe. Ci sono rimasta piuttosto male nello scoprire che il librone non contiene l'intera saga ma lascia fuori l'ultimo, il quinto, che deve ancora essere tradotto. La storia ormai si è decisamente annacquata e credo che l'autrice avrebbe fatto meglio a fermarsi prima, ma questa è solo la mia opinione.
Il libro è assolutamente prevedibile dall'inizio alla fine. La spia che cercano per tre libri - TRE - io l'avevo nasata fin dall'inizio. In generale, la Daugherty segue per ogni libro sempre lo stesso schema narrativo: lite con amici, lite con il ragazzo che sta frequentando al momento, avvicinamento all'altro. PER OGNI SINGOLO LIBRO.
Eppure.
Eppure, nonostante tutto questo - e molto altro che non ho intenzione di dirvi per non fare spoiler e non dilungarmi eccessivamente - questa saga mi è piaciuta. Mi ha fatto compagnia, mi ha coinvolta, ha assolto al suo fine ultimo: non farmi pensare. Lo stile della Daugherty è scorrevole, la storia presenta quel po' di suspance che ti fa desiderare di sapere cosa succedere, l'ambientazione - la Cimmeria, con i suoi corridoi antichi illuminati a lume di candela e i suoi boschi - è intrigante. Perfino il triangolo è riuscito ad essere talmente ballerino da non venirmi a noia.
Una storia assolutamente inverosimile, con personaggi piatti e superficiali, che però, se non ci si aspetta troppo, riesce a fare il suo dovere, e magari lasciare anche un po' di curiosità per il capitolo finale.

Virginia 


lunedì 11 luglio 2016

Recensione: Mistero a Villa del Lieto Tramonto di Minna Lindgren

Titolo: Mistero a Villa del Lieto Tramonto
Autore: Minna Lindgren
Casa editrice: Sonzogno
Numero di pagine: 284
Formato: Digitale
«Tic tac, tic tac, tic tac.» A Villa del Lieto Tramonto, ridente casa di riposo immersa nella foresta vicino a Helsinki, è l’ora del caffè e, come al solito, Irma e Siiri, due vivaci novantenni ospiti della residenza, amano trascorrere quel momento in perfetto relax. Dopo le partite a canasta, le lezioni di ginnastica dolce, il whiskino prescritto dal medico o le riunioni del gruppo per la memoria, un’oretta di svago ci vuole per scambiarsi ricordi di giovinezza o spettegolare sul funerale del giorno, che è pur sempre una festa e un avvenimento per curare il proprio look. Ma soprattutto, l’ora del caffè dà l’occasione per criticare il regolamento e l’incuria del personale specializzato, quello che figli e nipoti, per guarire i sensi di colpa, chiamano “servizi di eccellenza”. Per fortuna dalla Villa si può anche uscire, andare in giro in tram per rifarsi l’occhio con le bellezze della capitale finlandese, e così a Siiri, Irma e alla loro terza compagna, Anna-Liisa, capita di osservare, con bonario sarcasmo, le stranezze del mondo moderno che le circonda. A turbare la routine delle tre amiche è però un fatto terribile: la morte, in circostanze misteriose, del giovane cuoco, sempre gentile e pieno di allegria, accompagnata da una serie di episodi inquietanti che rivelano il lato sinistro di quel rifugio, ora non più così accogliente. Provette Miss Marple, Siiri, Irma e Anna-Liisa si trasformano in intraprendenti investigatrici per venire a capo degli enigmi nascosti tra le mura dell’amena residenza in un mistery arguto che tocca sapientemente le corde del giallo e della commedia, con un pizzico di suspense e molto, irresistibile, dark humor finlandese.

Mistero a Villa del Lieto Tramonto è l'irresistibile primo capitolo della Trilogia di Helsinki di Minna Lindgren. Protagoniste di questo giallo dalle tinte umoristiche sono tre ospiti della struttura per anziani Villa del Lieto Tramonto.
Questo libro, che scorre come acqua, è delizioso. Appassiona, fa ridere e, cosa più importante di tutte, fa riflettere. La parte più interessante non è tanto quella gialla - che, anzi, è piuttosto confusa e, in generale, poco avvincente - ma la vita delle protagoniste e del loro gruppo di amici, tutti rigorosamente ultranovantenni. E allora, fra un funerale e l'altro, a Villa del Lieto Tramonto nascono amicizie e amori, e si ha anche il tempo di preoccuparsi della malefica caporeparto Virpi. Quello che fa la Lindgren, con grazia e umorismo, è farci riflettere sulla condizione degli anziani in questo nuovo millennio. Ora che la medicina ha fatto passi da gigante e che si vive fino a novant'anni, e oltre, cosa succede a questa fascia della società di cui tanto si parla - almeno in Italia - e che attira simpatie e antipatie per partito preso?
Questo libro mi ha interessata su vari livelli. Quello da lettrice, innanzitutto, perchè alla fine sto pur sempre leggendo un libro e voglio passare piacevolmente qualche ora; quello umano, perchè l'argomento anziani si lega indissolubilmente quello dell'educazione, della gentilezza e della comprensione; e infine quello professionale, perchè io lavoro proprio nel campo degli anziani e certe realtà, purtroppo, le vivo sulla mia pelle.
Veniamo dunque catapultati a Helsinki, a Villa del Lieto Tramonto (che nome geniale), dove una banda un po' acciaccata di ultranovantenni trascorre più o meno serenamente gli ultimi anni da vita, con molta ironia e un pizzico di amarezza, al pensiero di questi parenti che, troppo presi a farsi il giro del mondo e a badare i cavalli, non trovano un minuto per telefonare ai genitori, gli zii, i nonni. Soprattutto, si vive con il timore della demenza, che conduce al temuto reparto d'isolamento. Ma non si annoiano di sicuro le nonne del Lieto Tramonto: tra canaste e corteggiatori senza età, si ritrovano invischiate in un giro di prescrizioni mediche fasulle, incendi dolosi e angherie più o meno nascoste.
Sicuramente è un romanzo che, tra un sorriso e l'altro, fa pensare a questa nuova società che, più che frenetica, definirei indifferente. Mi viene da notare come il libro, per mantenere l'impronta comica, abbia deciso di non indagare a fondo e di mostrare solo una faccia della medaglia. Non si può quindi arrivare a definire questo romanzo una vera e propria denuncia sociale, ma senz'altro è un libro che merita di essere letto.
La mia protagonista preferita è stata Anna-Liisa, insegnante in pensione che, per divertirsi, impara a memoria i menù dei ristoranti. Pignola, pedante ma intraprendente, Anna-Liisa si rivela una risorsa fondamentale per la più fragile Siiri, voce narrante della storia, nonchè, a detta di uno degli ospiti, "la ragazza più carina del Lieto Tramonto". Siiri, più riflessiva e sbadata, si appoggia ad Anna.Liisa, mentre insieme cercano di aiutare Irma, esuberante e divertente signora di 92 anni che è incappata in qualche guaio. Siiri alterna alla comicità degli eventi un tono più serio, talvolta venato di malinconia. Soprattutto, con Siiri sperimentiamo il senso di impotenza dell'anzianità. A novant'anni torni bambino e non hai più modo di disporre di te stesso e delle tue cose come vorresti, nessuno ti crede, nessuno ti prende sul serio. Ma, lungi dall'essere la tipica anziana che pensa solo alla morte, Siiri, nonostante l'aspetti con quieta accettazione, è ben decisa a vivere al meglio quel che le resta, con le sue nuove amiche.
Una protagonista inedita per risate assicurate, e quel pizzico di riflessione che rende anche un "libro da ombrellone" degno di essere letto.

Virginia 

sabato 9 luglio 2016

Book Tag "I più e i meno"


Ed eccomi tornata con un nuovo Chiacchiericcio, questa volta incentrato su un Book Tag. Ringrazio Ely del meraviglioso blog Il Regno dei Libri per aver pensato a me. Prima di iniziare, però, volevo spendere due parole sull'andamento del blog. Virginia e il Labirinto è in rete da ormai un mese e mezzo (giorno più, giorno meno). Ad oggi, ho 15 iscritti e più di 1000 visualizzazioni. Certo, possono sembrare cifre modeste, ma per me sono importantissime. Volevo quindi ringraziare tutti i miei lettori, fissi o occasionali che siano, per star partecipando insieme a me a quello che è un piccolo sogno che si avvera. Quindi, grazie di cuore a tutti.

Cominciamo però con il Tag, che è piuttosto lungo. Vi avverto (se già non lo avete intuito): sono irrimediabilmente logorroica.
E adesso, let's go!

1. Le citazioni alle quali sei più legata
Dunque, premetto che non sono solita sottolineare le citazioni o, in un qualunque modo, segnarmi le frasi che più mi sono piaciute. Motivo per cui non ho molto materiale su cui basarmi per rispondere a questa domanda. 
C'è però una parola. Ho amato molto un libro e tutto il senso di questo meraviglioso romanzo (nonchè della mia personale filosofia di vita) è racchiuso in quest'unica parola: Timshel. Il libro di cui parlo è La valle dell'Eden di John Steinbeck. Non vi dico il significato di questa parola, dovete cercarlo voi. Possibilmente leggendo il libro in questione, già che ci siete;)

2. I libri che ti hanno strappato il cuore
Ho già spiegato nel mio precedente Chiacchiericcio che ogni libro da me amato si è preso un pezzetto di cuore. Ci sono però stati tre libri in particolare che, complice probabilmente un ottimo tempismo, sono riusciti a "darmi" concretamente qualcosa. Sono insomma riusciti a cambiare in modo sostanziale la mia percezione della vita, o di me stessa. O di tutti e due.
Jane Eyre di Charlotte Bronte.
Grotesque di Natsuo Kirino.
Dio di illusioni di Donna Tartt.

3. I libri che hai odiato con tutta te stessa.
"Odiare" è una parola forte. Senz'altro un libro che mi è rimasto impresso negli anni per la reazione negativa che mi aveva suscitato è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon. Ma avevo 12 anni quando lo lessi, quindi non so proprio dirvi il motivo di tale ripugnanza.

4. I libri che ti hanno fatta sognare
Riservo questa parte del Tag ai libri che parlano all'immaginazione e ai sogni per eccellenza: i fantasy. E il primo autore che mi viene in mente è, senza ombra di dubbio, Brandon Sanderson, con le sue Cronache della Folgoluce, una serie che è un'esplosione di immaginazione e creatività.

5. Gli autori che ami di più
Questa domanda non vale, ce ne sono troppi! 
...Se proprio devo scegliere qualcuno, scelgo il trio Bronte: Charlotte, Emily e Anne. Credo che i loro libri (in particolare quelli di Charlotte) siano ormai diventati parte della mia stessa essenza.

6. Gli autori che proprio non ti convincono
Il primo nome che mi viene in mente è Amabile Giusti. Sebbene io abbia letto tutti i suoi libri - e con molto piacere, anche! - non riesco mai ad amarli totalmente, c'è sempre qualcosa che manca il bersaglio. Un vero peccato, perchè è una scrittrice estremamente prolifica e versatile, nonchè nostrana.

7. Gli autori che ti incuriosiscono
Su questa domanda passo. Sono troppi gli autori che mi incuriosiscono ma che devo ancora recuperare. Sono contenta, perchè questo significa che ho ancora davanti a me parecchi anni di scoperte letterarie:)

8. I personaggi che hai amato
Ne nomino solo tre (e ne tralascio 3000):
Lucy Snow, indimenticabile protagonista di Villette, ultimo grande romanzo di Charlotte Bronte. Se non l'avete ancora letto vergognatevi correte a recuperarlo.
Tali, uno dei personaggi più importanti della trilogia di Shadowfell di Juliet Marillier. 
Caleb Trask, uno dei protagonisti del già citato La valle dell'Eden di Steinbeck.

9. I personaggi che hai odiato
Sicuramente Regal della Trilogia dei Lungavista di Robin Hobb, per citare un'antagonista. Ed Emma dell'omonimo romanzo di Jane Austen. Lo so, non è personaggio così semplice da classificare, e ci ho provato! Le ho concesso tonnellate di attenuanti, ma ho continuato a trovarla assolutamente detestabile.

10. Chi tagghi?
Be', consideratevi TUTTI taggati:) Mi piacerebbe però molto leggere le risposte di Neeks del blog Il Lounge di Neeks Ayzawa e di Arianna di Sparire nei libri. Però, ripeto, siete tutti taggati!



Il Book Tag è finito. I miei programmi sono di tornare a breve con una recensione (il libro l'ho già finito, devo solo trovare il tempo materiale di mettermi lì e buttare giù un articolo che sia corretto da un punto di vista grammaticale e che abbia un senso. Nell'attesa di questo momento, vi saluto tutti.
Alla prossima
Virginia